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Marta

giovedì 2 giugno 2011

Generation rent


Suonava una canzone: "se potessi avere mille lire al mese".. Oggi la mia generazione si ritrova scarsamente 1000 euro in tasca e non ha  di che vivere. Cioè, quel sudato DIO DANARO non permette a me e ad altri come me, di avere un'indipendenza.
Abbiamo studiato (pesando a volte anche sulle spalle dei nostri genitori), ci siamo laureati e abbiamo avuto la possibilità di viaggiare e di imparare ma abbiamo lavori precari, a volte con gli stessi genitori in difficoltà economica.
Siamo la generzione che non potrà mai comprarsi casa, chiamata dagli inglesi GENERATION RENT: infatti sembra che sia cambiando il mondo economico, perchè non si è più in grando di rispettare un mutuo o di impegnarsi in pagamenti a lungo termine. Non esistono più giovani con la possibilità di avere "la casa di proprietà"; si vive in famiglia anche a 30 anni o per acquisire la famigerata indipendenza, si deve coabitare.
Come me ci sono molti che vogliono una casa, una famiglia, dei figli.. invece pensa chen ha dovuto studiare per fare la schiava. Questo è quello che pensano anche il gruppo di fado portoghese Deolinda, che con la sua canzone vuole raccontare questa reale situazione, problema europeo oltre che italiano.
In Italia però (dati alla mano), sono l'83% i giovani che vivono in famiglia e che vorrebbero andarsene: voglia di indipendenza, di crearsi una famiglia e convivenza, di misurarsi soli con la vita. Le spalle che le stiamo facendo larghe tutti, con i nostri anni di studio e i sacrifici, con la voglia di fare e la reale possibilità di farlo; siamo meno sicuri dei nostri genitori, ma abbiamo voglia di cambiare e di muoverci: le esperienze ci aiutano a vivere la vita in maniera diversa e più positiva, basta pensare ai social network e a quello che succede in rete.
Viviamo nel nido della famiglia, ma è arrivata per molti (per me anche a dire il vero) l'ora di spiegare le ali e spiccare il volo, ma spesso sono proprio i nostri genitori, che reputano normale il fatto che ancora siamo con loro. necessità di non sentirsi soli e abbandonati? L'importante secondo me, è rimboccarsi le maniche e trovare insegnamento da ogni sconfitta, cercando di non tornare suoi propri passi, magari rifugiandosi ogni volta, sotto l'ala protettiva di mamma e papà.
Prima o poi, toccherà anche a me spiccare il volo.. spero succeda il prima possibile!!

2 commenti:

  1. Ti auguro di spiccare il volo, ma credo che oggi i giovani faranno molta fatica a realizzare ciò che la mia generazione ha potuto fare. Oggi residuano famiglie che possono aiutare, poi...non so. non riesco a essere molto ottimista

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  2. Dai dai, cerchiamo di essere ottimisti, sennò le cose vanno ancora più a rotoli. Io sto facendo tanti sacrifici e, anche i miei per poterci aiutare. Ma a volte non basta farlo da soli.. :-)
    Grazie per avermi letto!!

    RispondiElimina

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