Si inaugurerà a breve una grandiosa mostra a Utrecht che ripercorrerà la storia dell’indumento più famoso degli ultimi decenni
“Vorrei aver inventato i blue jeans: il più
spettacolare, il più pratico, il più rilassato e nonchalant. Essi hanno
espressione, modestia, sex appeal, semplicità - tutto quello che spero
per i miei abiti.” Parola di Yves Saint Laurent, e allora c’è da
crederci!
Anche perché si parla di un prodotto venduto in milioni di
capi e divenuto simbolo di libertà, gioventù, ribellione. Ma entrato
anche nel mondo dell’alta moda, dell’arte, della cultura come nessun
altro abito o accessorio di moda.
Ed è per questo che il Centraal Museum Utrecht, il più antico museo municipale d’Olanda, fondato nel 1830,
celebra la storia dei blue jeans, o più semplicemente i “jeans”.
Nati
secondo tradizione a Genova utilizzando fustagno tinto di indaco
originario a sua volta di Nimes (da cui il termine “denim”) i blue
jeans, termine adottato dal 1567 e derivato da “bleu de Genes”, sono semplici pantaloni da lavoro usati dai marinai. Nel 1853,
in seguito alla febbre dell’oro esplosa in California, l’imprenditore
di origine tedesca Levi Strauss apre un negozio a San Francisco dove
inizia a produrre i primi capi d’abbigliamento in denim insieme al sarto
Jacob Davis: nasce così la Levi Strauss & Co.
Fino al secondo
dopoguerra i jeans sono semplici pantaloni da lavoro, comodi e
resistenti, per poi imporsi come simbolo della gioventù ribelle degli
anni ‘50 e da allora capo immancabile nel guardaroba di
tutti noi. Se volete scoprirne di più non resta che aspettare
l’inaugurazione della mostra “Blue Jeans”, il 24 novembre prossimo, e tuffarsi nel mondo dei jeans!
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